top of page
  • Facebook
  • Instagram
  • Spotify
  • YouTube

LA SOPHIA DELLA GNOSI - Continuazione

  • andreabertolini62
  • 23 lug 2024
  • Tempo di lettura: 4 min

Nel post precedente abbiamo esplorato la figura di Sophia e il significato della sua "caduta". Ma come continua la storia? E quali sono le corrispondenze dei vari elementi del mito con la nostra psiche?

Abbiamo visto come il mito gnostico descriva simbolicamente la caduta dell’anima nel mondo della materia. Se questa parte del mito coincide con il racconto della Genesi sulle motivazioni che portano alla caduta, cioè il desiderio di conoscenza, nello Gnosticismo è però assente l’idea di un castigo divino come sua conseguenza. La caduta, la perdita della dimensione divina, avviene infatti prima della creazione dell’essere umano, che pertanto non porta su di sé la colpa del peccato originale. Questo, in termini psicologici, non è di secondaria importanza: infatti lo sviluppo della cultura occidentale dal IV secolo fino ad oggi fu dominato dalla chiesa ufficiale, che ha fatto del tema del peccato e del castigo un punto centrale.

Come sappiamo, secondo questa visione la missione di Gesù è stata quella di liberare l’umanità dal peccato con il suo sacrificio e la sua morte. Secondo gli gnostici invece, Gesù ha portato con la sua vita e i suoi insegnamenti una Via di liberazione agli esseri umani e l’idea del suo sacrificio come espiazione è stata introdotta solo successivamente. Dobbiamo chiederci come sarebbe stato lo sviluppo culturale, psicologico e spirituale dell’Occidente se fosse prevalsa la visione gnostica? Non lo sappiamo, ma possiamo certamente intuire che lo psichismo umano sarebbe stato libero da quell’opprimente senso di colpa causato dal peccato di Adamo ed Eva che ci portiamo dentro da secoli.

Per comprendere ora in modo più ampio la visione degli gnostici, riprendiamo la storia di Sophia Acamoth, che da ora in poi chiameremo semplicemente Sophia. Il mito ci dice che, proiettata fuori dal Pleroma, essa vagava nelle regioni del vuoto e dell’oscurità: in lei coesistevano due aspetti, una sostanza materiale nata dalla passione e una scintilla divina che conservava la tendenza al ritorno nel mondo divino. Sophia si mette così alla ricerca della luce svanita ma non può raggiungerla a causa della sua contaminazione con la passione originaria da lei manifestata. È sola nell'oscurità e cade preda di ogni specie di sofferenze esistenti: "dolore", perché essa non poteva prendere possesso della luce; "timore" che oltre la luce anche la vita potesse abbandonarla; "confusione" in aggiunta alle altre; tutti questi aspetti erano uniti nella qualità fondamentale di "ignoranza" (da intendersi in senso metafisico, come ignoranza della propria reale natura).


ree

Qui il racconto ha uno sviluppo importante perché, nel vano tentativo di riportarsi all’Unità divina originaria, Sophia dà vita al Demiurgo che gli gnostici identificano con il Dio dell’Antico Testamento. Desiderando il Padre del Tutto, ella crea un’entità che ne è una copia distorta. Nella sua cecità, il Demiurgo vuole a sua volta creare un suo mondo e diviene così il padre e il re di tutte le cose psichiche e materiali, di tutte le cose che sono fuori del Pleroma. Così si esprime in proposito il Vangelo di Verità: "Esso si è applicato a modellare una forma, cercando di produrre in bellezza un sostituto della Verità...". Il Demiurgo creò per primi gli Arconti, le forze planetarie che dominano il mondo sottoponendolo alle loro leggi e poi creò anche gli esseri umani: questi però, ad insaputa del Demiurgo, erediteranno da Sophia una scintilla divina. L'uomo consiste così in un miscuglio di corpo (materia), anima (psiche) e spirito (scintilla divina).

Possiamo ora comprendere come il mito gnostico descriva in modo simbolico la storia della nostra anima che dal mondo spirituale è discesa nel profondo della materia, conservando però una scintilla divina e con essa la disposizione a reintegrarsi nell’Infinito, nel Pleroma. Ma l’uomo da solo non può raggiungere la liberazione, in quanto sottoposto ai troppi condizionamenti creati dal Demiurgo e dai suoi Arconti. Per liberarsi da questi avversari e ritrovare la Via per la luce è necessario il Maestro, il Salvatore, il Cristo, la figura centrale del mito gnostico. Ma prima, come ci racconta il mito, deve avvenire una crisi, una conversione dell’anima.

La disperazione di Sophia, che non riesce più a identificarsi con le false luci della materia, porta a una svolta, al suo pentimento, dove pentimento ha il significato di metanoia, risveglio, desiderio di ritorno al Pleroma. Tutto il Pleroma ode il grido di Sophia e invia in suo soccorso Gesù, frutto perfetto generato da tutti gli Eoni, con la missione di far conoscere a Sophia la sua vera essenza, elevandola a uno stadio di conoscenza superiore. Quando in noi si risveglia questa nostalgia delle origini, la ricerca di una luce che ci guidi, e iniziamo a invocare un aiuto per sfuggire al potere degli Arconti e delle tenebre, stiamo, all’inizio inconsciamente, chiamando in soccorso il potere del Cristo. Anche per gli gnostici Gesù è il Salvatore, Sother, ma con una grande differenza rispetto al Cristianesimo ufficiale: Egli non è solo una figura salvifica esterna in cui bisogna avere fede per ottenere la salvezza, ma è soprattutto Colui che porta agli iniziati la vera conoscenza, la Gnosi, entrando in risonanza e risvegliando il potere salvifico presente in noi, il nostro vero Sé.

Commenti


bottom of page